AMICO E MAESTRO, fondatore della nostra associazione
Gianni Gioconto iniziò la pratica dell’Aikido nel settembre del 1969 seguendo le orme del padre che era stato tra primi praticanti nel dojo di Novara, allievo di Umberto Tufo, uno dei pionieri italiani dell’Aikido.
L’Aikido di quegli anni non era molto “raffinato”: i Maestri della disciplina erano rari e bisognava aspettare che passassero “in zona” per poterne seguire le lezioni. Spesso ci si arrangiava dedicando gran parte delle lezioni alla ginnastica e ad esercizi di ripetizione dei movimenti. Inoltre, in un periodo in cui le palestre erano piene di praticanti che facevano lavori manuali, la forza e la fisicità erano necessarie per “sopravvivere” sul tatami. Gianni raccontava spesso di come il suo Maestro non conoscesse molte tecniche, ma quelle che conosceva erano inesorabilmente efficaci e bisognava essere svegli per non farsi male.
Probabilmente anche grazie a quel tipo di pratica Gianni acquisì delle notevoli doti atletiche, e divenne uno dei migliori uke (colui che ‘’riceve’’ la tecnica) in circolazione tanto che lo chiamavano anche per fare da ukemi nelle dimostrazioni di judo e il suo maestro gli affidò un corso per insegnare appositamente l’ukemi ai praticanti.
In quegli anni Hiroshi Tada arrivò in Italia per dare una struttura all’Aikido favorendo la nascita dell’Aikikai d’Italia. Gianni raccontò di come fu proprio il Maestro Tada ad esaminarlo per il 6° kyu mentre tutti gli esami successivi fino alla cintura nera li fece con il Maestro Kawamukai, che aveva portato l’aikido nel nord Italia alla fine degli anni ’60.
Anche con un grado relativamente basso iniziò a tenere corsi di Aikido nei paesi vicini a Novara; sempre ricordando quegli anni Gianni raccontava di come fu proprio il Maestro Tufo, che evidentemente riponeva grandi speranze in lui, a regalargli la sua prima piccola auto con la quale poteva spostarsi per tenere quei corsi.
Dopo qualche anno il suo Maestro di riferimento divenne Roberto Lovati. Quest’ultimo era maggiormente interessato alla ricerca tecnica (ad esempio lo studio delle armi) ed aveva maggiori possibilità di frequentare seminari, anche all’estero, incontrando i Maestri Giapponesi che in quegli anni viaggiavano per il Mondo.
Di questo periodo si possono trovare su youtube alcuni video di dimostrazioni: guardandole si capisce una frase che Gianni spesso pronunciava parlando dei vecchi tempi: “passavamo più tempo per aria che per terra”, diceva.
Fu proprio il Maestro Lovati a far aderire il dojo di Novara all’organizzazione di Aikido di Koichi Tohei, di cui aveva frequentato un seminario nell’estate del 1978 a Thonon les Bains.
Purtroppo circa un anno dopo Lovati abbandonò la pratica e Gianni, che nel frattempo aveva raggiunto il grado di Shodan, con altri istruttori ne continuò l’opera di divulgazione, iniziando a seguire in prima persona le operazioni per la creazione della Ki no Kenkyukai Italia, diventandone uno dei fondatori.
Nel frattempo l’arrivo del Maestro Yoshigasaki in Europa e la possibilità di seguirne con regolarità i seminari contribuirono a far crescere ulteriormente il livello sia tecnico che di comprensione della scuola del Ki-Aikido.
Nei decenni successivi il Maestro Gianni Gioconto ebbe un ruolo di primissimo piano nello sviluppo di questa Arte specialmente tra Piemonte e Lombardia: prova ne sono i molti dojo di Ki-Aikido diretti oggi da suoi allievi.
Grazie a questa capacità di essere riferimento di un grande gruppo di praticanti, il Maestro Yoshigasaki, all’atto della fondazione della sua Associazione di Aikido, lo riconobbe come uno degli Shihan (Maestro tra i Maestri) della sua scuola.
Nel 2011 creò l’associazione UNIKA, con lo scopo di dare una struttura organizzativa alla rete di dojo che lo avevano identificato come riferimento tecnico.
Nel 2019 ricevette dal Doshu (custode della Via) Yoshigasaki il grado di 9° Dan, nell’ultimo seminario del Maestro organizzato dalla sua associazione.
Il massimo grado conferito dal Doshu andò a coronare una carriera di più di 50 anni di esperienza sul tatami. Eppure il nostro Shihan non era certo un praticante che ostentava esperienza e gradi: in questi decenni di Aikido ha sempre mantenuto una visione per certi versi molto “artigianale” della pratica. Era sempre partecipe nell’organizzazione anche degli aspetti minori dell’attività: tutti lo ricordiamo mentre aiutava a spostare o pulire i tatami o mentre li caricava per poi trasportarli in giro con il suo furgone, durante i preparativi per i seminari.
Personalmente credo che questa sua attitudine alla pro-positività, alla crescita comune, alla disponibilità continua fosse dovuta, oltre che ad un tratto caratteriale personale, anche alla sua importante esperienza da uke in gioventù (o forse si potrebbe dire anche il contrario). Gianni non ha mai evidenziato l’ukemi come un mero gesto tecnico o atletico, quanto piuttosto come un atteggiamento di generosità verso la pratica, un modo di contribuire per rendere l’insieme della tecnica armonioso e molto più istruttivo e comprensibile.
Nonostante l’improvvisa scomparsa del Doshu e la sua malattia, fino a quando ne ha avuto la possibilità ha continuato il suo impegno nello sviluppo dell’Aikido, disponibile ai suoi allievi compatibilmente alle restrizioni dovute alla pandemia.
Il Maestro Gioconto è mancato il 17 luglio del 2021, a causa di un tumore al polmone.
Nei giorni successivi alla sua scomparsa moltissimi sono stati i messaggi di cordoglio della comunità Aikidoistica italiana ed internazionale segno di un affetto sincero e duraturo nonché di profonda stima per quanto realizzato in tutti i decenni di pratica anche fuori dal tatami.
F. Ingemi